Con gli incentivi INAIL finanziati 4.316 progetti per mezzo miliardo di euro
6 luglio 2012. Grazie all'incremento dei fondi stanziati dall'Istituto, quadruplicato rispetto a un anno fa il numero delle imprese che usufruiranno delle risorse per realizzare interventi per il miglioramento della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. De Felice: "Grande soddisfazione per la positiva conclusione dell'operazione"
ROMA - Sono 4.316, su un totale di 20.628 domande inoltrate per via telematica tra il 26 e il 28 giugno, i progetti ammessi a finanziamento nell'ambito dell'Operazione incentivi dell'INAIL. Con l'incremento dei fondi stanziati dall'Istituto, rispetto a un anno fa il numero delle imprese che usufruiranno delle risorse è quadruplicato. "C'è grande soddisfazione - sottolinea il presidente dell'Istituto, Massimo De Felice - per la positiva conclusione dell'operazione, che mette a disposizione del sistema produttivo, in pochi mesi, 205 milioni di euro, a cui se ne aggiungeranno altrettanti da parte delle imprese, per migliorare le condizioni di sicurezza degli ambienti di lavoro". Il direttore generale, Giuseppe Lucibello, ha sottolineato come l’operazione abbia richiesto "una cura particolare degli aspetti tecnologici" e sia "perfettamente riuscita anche sotto il profilo organizzativo". Nell'arco di tre giorni, infatti, "le imprese hanno avuto accesso senza difficoltà al sistema e le risorse sono state regolarmente assegnate. L’amministrazione pubblica ha dato davvero buona prova di sé".
L'importo più consistente al Nord, in crescita la quota di Sud e Isole. I 205 milioni di euro sono stati assegnati rispettando la priorità cronologica di arrivo delle domande fino alla copertura del budget previsto per ogni regione, stabilito tenendo in considerazione non solo la distribuzione territoriale degli addetti, ma anche la gravità degli infortuni registrati. Dagli elenchi regionali pubblicati oggi sul portale INAIL, l'area geografica alla quale è stato destinato l'importo più consistente (45%) risulta essere il Nord del Paese, mentre la quota destinata al Centro Italia è pari al 25% e quella del Sud e delle Isole è del 30%, in crescita rispetto al bando precedente e ripartita tra il 19% del Sud e l'11% delle Isole. In termini assoluti il numero maggiore di progetti finanziati è concentrato in Lombardia (698 domande ammesse su 3.903 domande inoltrate), seguita da Lazio (509 su 1.405), Campania (343 su 1.336), Sicilia (342 su 836), Veneto (326 su 1.981), Toscana (314 su 1.315), Piemonte (303 su 2.128) ed Emilia Romagna (301 su 1.854).
In media 47mila euro per ogni intervento. La metà dell'importo complessivo di ogni progetto presentato e risultato idoneo al finanziamento, fino a un massimo di centomila euro, è a carico dell'INAIL. Stando ai dati provvisori, che saranno consolidati dopo la verifica della documentazione inviata dalle imprese, grazie ai 205 milioni messi a disposizione dall'Istituto sarà possibile realizzare interventi per un valore complessivo pari a poco meno di mezzo miliardo di euro (484.097.940). L'importo medio dei fondi INAIL assegnati a ciascun progetto è pari a circa 47mila euro, seimila in più rispetto ai 41mila dell'anno scorso. La media delle risorse erogate è più bassa nel Nord Est (circa 42mila euro) e più alta al Centro (circa 52mila euro). Le aziende che hanno ottenuto un contributo superiore ai 90mila euro sono il 22%, la metà delle quali distribuite in ugual misura nel Nord Ovest e nel Centro Italia.
Tra i beneficiari soprattutto le microimprese. A beneficiare del contributo sono soprattutto le microimprese fino a 10 dipendenti, che rappresentano la maggioranza assoluta (51%) delle aziende che hanno ottenuto l'accesso al finanziamento, in crescita di sei punti rispetto al 45% rilevato in occasione del bando precedente. Dalla distribuzione percentuale per dimensione aziendale emerge anche che l'89% dei progetti ammessi sono stati presentati da imprese con meno di cinquanta dipendenti e solo nel 5% dei casi la dimensione delle aziende supera le cento unità.
Le prime sette attività economiche. Circa la metà dei fondi assegnati è concentrata in sette attività economiche: la fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature), con 24.374.231 euro assegnati a fronte di 432 domande ammesse, la costruzione di edifici (22.995.673 per 486 domande), i lavori di costruzione specializzati (17.413.184 per 406 domande), le industrie alimentari (11.739.387 per 199 domande), la fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (10.781.608 per 177 domande), le coltivazioni agricole e la produzione di prodotti animali, caccia e servizi connessi (10.085.484 per 327 domande), e il commercio all'ingrosso, escluso quello di autoveicoli e motocicli (10.017.935 per 214 domande). Dal punto di vista della "rischiosità" delle aziende i cui progetti sono stati ammessi a finanziamento, dall'analisi delle domande emerge che la fascia di tasso di tariffa per cui è maggiore il numero delle domande accettate (1.007) e l'importo assegnato complessivamente (46.357.764) è quella massima 115-130, che corrisponde appunto alle attività in cui è maggiore il rischio di infortunio.
Il 97% dei fondi a investimenti per ridurre fattori di rischio e cause di infortuni. Ogni impresa poteva presentare un solo progetto da realizzare in una singola unità di lavoro su tutto il territorio nazionale per investimenti volti a ridurre le principali cause degli infortuni o uno dei fattori di rischio connessi all'ambiente di lavoro, o per l'adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale (Sgsl). Il 97% dei fondi assegnati, pari a circa 198 milioni di euro, è stato assorbito da 3.579 progetti di investimento e il restante 3%, pari a 6.444.838 euro, da 737 progetti per l'adozione di modelli organizzativi. Questa ripartizione è stata rispettata quasi ovunque a livello regionale, con la parziale eccezione della Puglia, dove la quota di domande ammesse relative alla realizzazione di Sgsl ha assorbito il 6% delle risorse disponibili. Tra i progetti che hanno specificato il numero dei lavoratori interessati dagli interventi di riduzione dei fattori di rischio o delle cause di infortunio, pari all'83% di quelli ammessi al finanziamento, in due casi su tre (67%) la quota dei lavoratori coinvolti è superiore al 70% del totale.