4730 - Transizione 5.0 - Camera dei deputati, seduta di mercoledì 12 novembre 2025

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(Iniziative a sostegno della produzione industriale nazionale, con particolare riferimento all'estensione temporale degli incentivi fiscali per gli investimenti produttivi - n. 3-02316)

PRESIDENTE. La deputata Boschi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02316 (Vedi l'allegato A).

MARIA ELENA BOSCHI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Ministro, penso che lei sappia che, come certificato da Confindustria, senza i 200 miliardi di euro europei del PNRR saremmo tecnicamente in recessione. Noi cresciamo meno della media europea. Allora, per ridare competitività alle nostre imprese occorre sostenerle con incentivi che abbiano una certezza delle risorse e, soprattutto, una stabilità pluriennale per consentire alle imprese stesse di progettare gli investimenti, ma anche una facilità applicativa da un punto di vista proprio burocratico.

È esattamente il contrario di quello che sta facendo lei con il suo Governo, come dimostra sia la vicenda ormai surreale di Transizione 5.0, sia la previsione, finalmente con la legge di bilancio, del ritorno a Industria 4.0 ma, purtroppo, per un solo anno e dimenticando del tutto le imprese agricole. Le chiedo, Ministro: che cosa avete intenzione di fare per porre rimedio alla vostra incapacità?

PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.

ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Come riconosciuto in questi giorni ormai praticamente da tutti o quasi e anche da coloro che nei mesi scorsi sbeffeggiavano lo strumento, il piano Transizione 5.0 è adesso considerato una misura popolare e molto gradita dalle imprese, di cui non poter fare a meno. Coloro che l'hanno osteggiato, diffondendo anche fake news, sono oggi gli stessi che lo reclamano, definendolo persino - lo ha fatto un leader dell'opposizione - il piano industriale più importante del PNRR.

Le cifre lo dimostrano: sono oltre 15.000 le imprese che hanno prenotato i crediti di imposta dei piani Transizione 4.0 e Transizione 5.0 per un valore che supera i 5,5 miliardi di agevolazioni. Ad oggi, ci sono crediti di Transizione 5.0 prenotati per un valore superiore a 3,4 miliardi di euro, con 13.852 progetti presentati. È un risultato ben superiore alle aspettative e alle stime che venivano fornite dalle associazioni industriali.

Il più rapido raggiungimento del plafond 5.0 rispetto a quello del 4.0, esaurito anch'esso ieri sera, testimonia come il mondo imprenditoriale abbia con decisione preferito il piano più completo, quello che garantisce il supporto agli investimenti in beni strumentali tecnologicamente avanzati con la riduzione dei consumi energetici e una maggiore sostenibilità ambientale dei processi produttivi. Le due transizioni insieme, green e tech.

Proprio per questo, nel dare continuità all'agevolazione anche nel 2026, abbiamo scelto di destinare i 4 miliardi disponibili con il superammortamento al nuovo piano Transizione 5.0 per dare continuità al successo del primo piano Transizione 5.0. È quello che potrà garantire una prima continuità e aggiungo che io sono convinto - e l'ho sempre sostenuto - che è necessario dare una piena e ulteriore continuità al piano e renderlo strutturale. Per questo siamo impegnati, con il Ministro Giorgetti, ad assicurarne la proroga anche nel successivo biennio, così da consentire alle imprese di programmare gli investimenti in un periodo più esteso.

PRESIDENTE. La deputata Boschi ha facoltà di replicare.

MARIA ELENA BOSCHI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Ministro, io non so se lei non capisca o faccia finta di non capire, a questo punto sinceramente, perché, a prescindere dai nomi, c'è un dato oggettivo: Transizione 5.0 non ha funzionato e non ha funzionato per come l'avete scritta voi, per le regole che avete creato. Dopo una serie di interventi che si sono ripetuti nel tempo adesso, che sembrava forse cominciare a funzionare, a fine anno, cioè a novembre, avete deciso di interromperla dopo che le imprese hanno investito anche energia e risorse per poter provare ad accedere a quelle risorse e siete tornati a Industria 4.0. Bene, meglio, perché questo vuol dire andare su iperammortamento e superammortamento nella legge di bilancio.

Ma è inutile che lei adesso ci dica che vi state impegnando a prorogarla: per ora è prevista per un solo anno e tutte le associazioni di categoria - tutte, da Confindustria in giù e anche quelle territoriali - vi hanno detto che così come l'avete prevista voi in legge di bilancio non funzionerà proprio perché le imprese non potranno fare investimenti e questo si unisce al fatto che, nel frattempo, comunque aumentate anche alle imprese le tasse e la pressione fiscale anche con questa legge di bilancio, oltre al fatto, Ministro, che voi avevate garantito alle imprese 25 miliardi di euro, a sostegno dei dazi messi dal vostro amico Trump, di cui si è perso completamente traccia.

Chiudo, Ministro, per ricordarle che lei aveva promesso un piano industriale a questo Paese da ultimo la primavera scorsa, solo dopo due anni e mezzo dal vostro arrivo a Palazzo Chigi. Anche di questo, ovviamente, non c'è traccia. L'unica vera modifica che potete fare per far funzionare le imprese e finalmente lasciarle libere di crescere è che lei lasci il suo Ministero (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).


(Iniziative urgenti a favore delle imprese in relazione all'interruzione del credito d'imposta “Transizione 5.0” - n. 3-02317)

PRESIDENTE. La deputata Pavanelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02317 (Vedi l'allegato A).

EMMA PAVANELLI (M5S). Ministro, la comunicazione del 7 novembre sulla sospensione del Fondo del piano Transizione 5.0 ha colto di sorpresa migliaia di imprenditori che avevano già programmato investimenti di digitalizzazione ed efficienza energetica. Sulla base delle indicazioni e delle tempistiche fornite dal suo Governo, migliaia di imprese, che avevano pianificato investimenti strategici, si trovano ora senza certezze, con progetti bloccati e a rischio concreto di perdita di competitività.

Allora, chiediamo quali misure immediate intendete adottare e se intendete ripristinare la piena operatività del Piano con fondi concreti e reali, evitando l'ennesimo stop burocratico che comprometta la fiducia del sistema produttivo nel processo di transizione digitale ed energetico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.

ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Anche l'intervento appena concluso valorizza il piano Transizione 5.0, che ha ottenuto un gradimento straordinario, non previsto nemmeno dalle associazioni industriali, da parte delle nostre imprese. Pensate che ancora in ottobre la presidenza di Confindustria Vicenza etichettava Transizione 5.0 come un flop nel corso dell'assemblea di questa importante associazione industriale, alla quale ero presente anch'io. Stimava in 800 milioni il tiraggio della misura, denunciando lo strumento come inadeguato e non gradito.

Evidentemente, non conosceva le sue imprese, perché la misura, di cui abbiamo a un certo punto bloccato la piattaforma per riattivarla subito dopo, è stata bloccata quando siamo giunti a 3 miliardi - non a 800 milioni, come veniva stimato; a 3 miliardi - di prenotazioni, calcolando che sia sufficiente la dotazione attuale di 2,5 miliardi per rispondere a tutte queste prenotazioni, nella piena consapevolezza che le risorse sono del PNRR e rispondono alle regole del PNRR, sia per quanto riguarda la formulazione del Piano, che, per esempio, ha dovuto necessariamente escludere le imprese energivore come siderurgia, chimica, ceramica, carta e vetro, sia per quanto riguarda la formulazione del piano, concordato con la Commissione europea.

Comunque, malgrado questo e malgrado la campagna di disinformazione quotidiana fatta contro questa misura, le imprese non vi hanno ascoltato e hanno presentato i loro progetti e possono continuare a presentarli sino al 31 dicembre, perché la piattaforma è sempre rimasta attiva e lo stanno facendo in queste ore centinaia, migliaia di imprese che presentano i loro progetti.

Per questo, abbiamo deciso di prorogare la nuova Transizione 5.0 anche nel prossimo anno con lo strumento dell'iperammortamento, che non incide sul bilancio pubblico del prossimo anno ma in quelli successivi, a differenza del credito fiscale.

E per questo, insieme ai Ministri competenti Foti e Giorgetti, siamo al lavoro per dare piena soddisfazione a tutti coloro che, non ascoltando i vostri messaggi, decidono di presentare il piano, come hanno fatto in questi mesi, credendo che sia il piano congeniale per le loro imprese, perché è l'unico piano che consente nella stessa misura di incentivare l'innovazione green per l'efficientamento energetico - dovreste essere d'accordo - e anche quella digitale, come era la vecchia “Industria 4.0”. Noi ci impegniamo a soddisfare le esigenze di tutte le imprese che, credendo nelle istituzioni, continuano a presentare progetti.

PRESIDENTE. La deputata Pavanelli ha facoltà di replicare.

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Ministro, lei parla di successo per “Transizione 5.0”, ma i numeri del Paese raccontano tutt'altro. Parliamo di un piano che si è fermato due mesi prima della scadenza naturale, lasciando sospesi 2,5 miliardi e migliaia di imprese che avevano creduto nelle vostre promesse. E oggi lei affida alla speranza la ricerca di altre risorse, ma le imprese non vivono di speranza, ma di certezze, di programmazione e di fiducia nelle istituzioni.

Intanto, mentre il Ministero si incarta nei suoi pasticci burocratici - perché questo è successo con “Transizione 5.0” -, i dati dell'economia reale gridano vendetta: le crisi d'impresa sono aumentate del 29 per cento nel primo semestre dell'anno, la produzione industriale è in calo da 31 mesi su 34, la domanda interna è ferma, i costi energetici continuano a schiacciare le PMI e i consumi crollano. È questo il successo del vostro modello industriale? E, allora, vediamolo: il commercio arranca, l'edilizia crolla, la vostra manovra è priva di misure concrete per sostenere gli investimenti.

La verità è che il vostro piano “Transizione 5.0” è stato un pasticcio annunciato, un girone dantesco di burocrazia, come lo definiscono gli imprenditori, e adesso volete sostituirlo con un piano 2026 di soli 4 miliardi in tre anni - mentre Confindustria ne chiedeva 8 all'anno -, ma, soprattutto, tornate agli iperammortamenti, escludendo di fatto il 45 per cento delle piccole imprese. Altro che transizione, la vostra è una retromarcia. Ministro, chieda scusa, restituisca le risorse alle imprese invece di martoriarle e, se è possibile, cambi mestiere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative di competenza volte a dare seguito alle domande di accesso alle agevolazioni del piano “Transizione 5.0” già pervenute e non accolte a causa dell'esaurimento delle risorse - n. 3-02318)


PRESIDENTE. L'onorevole Pietrella ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bignami ed altri n. 3-02318 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

FABIO PIETRELLA (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, mi permetto di fare un pochino di chiarezza riguardo a “Transizione 5.0”.

In data 4 novembre 2025, la Commissione europea ha presentato la proposta di revisione della decisione di esecuzione del Consiglio dell'Unione europea Ecofin, che prevede la riduzione dello stanziamento complessivo a 2,5 miliardi.

Con decreto direttoriale del Ministero delle Imprese e del made in Italy, subito, il 6 novembre 2025, al raggiungimento di prenotazioni per un ammontare pari a circa 3 miliardi di euro, è stato comunicato l'esaurimento delle risorse disponibili destinate al piano “Transizione 5.0”, finalizzato a sostenere la trasformazione digitale ed energetica delle imprese. Per venire incontro alle esigenze delle imprese, il MIMIT ha tuttavia subito lasciato aperta la possibilità di presentare nuove comunicazioni fino al 31 dicembre 2025, precisando che le domande saranno accolte in ordine cronologico, previa nuova disponibilità di risorse.

Chiediamo, Ministro, quali iniziative di competenza il MIMIT intenda adottare per dare seguito alle domande di accesso alle agevolazioni del piano “Transizione 5.0”.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.

ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Grazie, Presidente. Sì, è così, lo scorso 4 giugno, la Commissione europea ha chiesto agli Stati membri di rivedere i piani nazionali entro la fine del 2025, per assicurare il massimo assorbimento delle risorse del PNRR. In questo contesto, a fronte delle stime che le associazioni industriali ci facevano di una misura che non avrebbe tirato più di 2 miliardi, ripetutamente detto in ogni occasione, con il Ministro Foti, il Governo ha preso la decisione di ridurre a 2,5 miliardi la dotazione del Piano.

Una scelta inevitabile e responsabile, perché, ove le risorse del PNRR non fossero pienamente impiegate, ne deriverebbe una gravissima conseguenza per quanto riguarda, poi, l'impegno finanziario dello Stato. Per questo, quando ci si è resi conto che si era già giunti a un'accelerazione delle presentazioni delle proposte di 3 miliardi, è stato deciso di chiudere la piattaforma, per avvertire le imprese che potevano continuare a presentare le domande sino al 31 dicembre e che sarebbero state esaudite le loro richieste ove fossimo in condizione - e io sono convinto che lo saremo - di trovare le risorse aggiuntive per poter soddisfare tutti, affinché nessuna impresa restasse indietro.

Fortunatamente - lo dicevo prima - noi eravamo consapevoli, a differenza di altri, del valore di questo strumento, Transizione 5.0, per cui abbiamo deciso - è nel bilancio - di destinare 4 miliardi di euro, disponibili nel 2026, per le imprese che presenteranno progetti sempre nel piano “Transizione 5.0”. In questo caso, essendo risorse nazionali e non risorse del PNRR, possiamo liberarci dai vincoli del Green Deal e destinare queste risorse anche alle imprese energivore, come la siderurgia, la chimica, la ceramica, la carta, le vetrerie italiane, e dagli altri vincoli burocratici che la Commissione ci ha posto, essendo quelle risorse originarie provenienti dal PNRR.

E per dirla tutta, il Governo precedente ci ha lasciato un piano del PNRR con una disponibilità, per quanto riguarda il Dicastero, di 19 miliardi di euro. Nella prima riprogrammazione del novembre 2023, siamo riusciti a ricavarne altri 9,2 per questo Dicastero. Abbiamo aggiunto - non sottratto - quasi 10 miliardi di euro a quelli che i Governi precedenti avevano destinato alle imprese. E da queste risorse aggiuntive che abbiamo ottenuto proprio per l'efficacia del Ministero, riconosciuta dalla Commissione, abbiamo potuto realizzare la nuova “Transizione 5.0”.

PRESIDENTE. L'onorevole Comba, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

FABRIZIO COMBA (FDI). Grazie, signor Presidente. Voglio innanzitutto ringraziare il Ministro per la risposta puntuale, esaustiva, come poc'anzi ha voluto precisare, per il grande lavoro che il suo Dicastero sta portando avanti con determinazione e concretezza. Il successo del piano “Transizione 5.0”, con risorse esaurite infatti in pochi mesi, dimostra quanto le imprese italiane credono nella sfida dell'innovazione e della sostenibilità, una sfida che questo Governo ha saputo tradurre in strumenti efficaci e vicini alle esigenze del tessuto produttivo.

È grazie all'impegno del Ministro e del Governo Meloni se oggi possiamo parlare di una politica industriale finalmente strategica, che non si limita a gestire fondi europei, ma punta a costruire una visione nazionale per la modernizzazione del sistema produttivo. Accogliamo con grande favore la scelta di proseguire nella direzione di “Transizione 5.0” con lo strumento dell'iperammortamento, segno di continuità e di coraggio politico. Una misura che restituisce flessibilità, amplia la platea dei beneficiari, comprese le imprese energivore e, soprattutto, dà certezza e fiducia a chi investe nel futuro del Paese.

È questa la strada giusta: meno burocrazia, più impresa e più investimenti digitali, in efficienza energetica e in competitività. Fratelli d'Italia sarà al fianco del Ministro nel consolidare questo percorso, perché l'Italia ha dimostrato di saper reagire e di saper riconoscere quando trova nelle istituzioni un alleato e non un ostacolo. Per questo rinnoviamo il nostro apprezzamento al Ministro per il lavoro svolto e la nostra piena disponibilità a sostenere ogni iniziativa utile a rafforzare il made in Italy e la sovranità industriale del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).