Crediti R&S sorvegliati speciali
Focus sulle compensazioni usate per monetizzare le frodi
Mirino puntato sugli incentivi fiscali. L'Agenzia delle entrate punta a recuperare le agevolazioni fiscali indebitamente fruite nel corso degli ultimi anni, con un focus sulle compensazioni usate come strumento per “monetizzare” il frutto di fenomeni fraudolenti. Alta l'attenzione soprattutto per il credito R&S. Era nell'aria la sensazione che, prima o poi, si sarebbero intensificati i controlli sugli incentivi fiscali.
Ora la conferma viene dalle linee guida sull'attività accertativa fornite dagli organi centrali dell'agenzia delle entrate (Divisione contribuenti, Settore coordinamento e programmazione Ufficio Programmazione e monitoraggio) agli uffici regionali e provinciali, con la direttiva n. 95/2024 di inizio settembre.
L'agenzia delle entrate programma un piano di controlli ad hoc sugli incentivi fiscali, in particolare nel mondo delle piccole e medie imprese. Sotto osservazione risultano essere un po' tutti gli incentivi fiscali introdotti negli ultimi anni. Ma è sul credito R&S che gli uffici devono prestare maggiore attenzione. Si tratta di un incentivo che, stando alle ultime rilevazioni dell'ufficio parlamentare di bilancio, è costato oltre 13 miliardi nel periodo 2015-2021 ed ha interessato un numero elevato di beneficiari, con un picco di oltre 3 mila nel 2018.
Quasi a giustificare le ragioni del focus sul credito R&S, l'agenzia segnala agli uffici alcune anomalie riscontrate nel corso dei controlli già eseguiti in passato. Nella direttiva viene sottolineato come “in alcuni casi, che le imprese beneficiarie risultano assistite da soggetti che svolgono attività di consulenza sulle diverse misure agevolative, e che appaiono specializzati nella predisposizione di documentazione solo formalmente corretta al fine di dimostrare la spettanza del credito” e che per molti contribuenti “sono state riscontrate posizioni incoerenti rispetto ai presupposti oggettivi e soggettivi della misura agevolativa”.
Queste preoccupazioni non sono nuove. Esse sono state espresse già in passato dalle Entrate (circ. n. 4/2021) e oggi confermano come, a distanza di tempo, non sia mutata (in positivo) la “fiducia” riposta sulla qualità dei “fascicoli” predisposti dai beneficiari degli incentivi, visionati in sede di controllo.
Agli uffici viene richiesto di eseguire “con oculatezza” la scelta delle modalità istruttorie da seguire, ricorrendo anche ad attività di istruttoria esterna nei casi più complessi. Ciò pare finalizzato ad incentivare il coinvolgimento di altri soggetti (quali il mimit per le verifiche di natura tecnica), con il probabile obiettivo di ridurre i casi in cui l'accertamento si fondi su errate interpretazioni di aspetti complessi o di natura extra-tributaria. Con l'evidente obiettivo, poi, di garantire una maggiore efficienza dei controlli e stabilizzare i risultati degli stessi, si suggerisce agli uffici di sfruttare “al massimo le occasioni e gli strumenti di contraddittorio preventivo”. L'agenzia non dimentica che le attività di accertamento dell'ultimo trimestre del 2024 sul credito R&S possono essere influenzate dall'adesione dei contribuenti alla procedura di riversamento spontaneo, in scadenza il prossimo 31 ottobre, volta a regolarizzare l'indebito utilizzo in compensazione del credito maturato nel periodo 2015-2019. Ricordando che la procedura può essere utilizzata anche in presenza di Pvc o altro atto/provvedimento accertativo, non ancora definitivo alla data del 22/10/2021, l'Ade sottolinea come sia opportuno dare “continuità alle attività di analisi”. Non appare chiaro il significativo di tale indirizzo operativo. Non si esclude che si vogliano monitorare i contribuenti che hanno già subito un controllo ma ai quali non è stato ancora notificato un avviso di accertamento, così da procedere con quest'ultimo in assenza di adesione alla procedura di riversamento.
In ogni caso sarà da verificare l'effettiva portata degli indirizzi operativi nell'ambito verifiche fiscali dell'ultimo trimestre del 2024. Oltre alla citata procedura di riversamento, gli uffici dovranno tener conto che i contribuenti possono richiedere la certificazione attestante la qualificazione delle attività di R&S svolte (anche per i crediti d'imposta pregressi, inclusi quelli 2015-2019). Dato che è possibile accedere alla certificazione solo dallo scorso luglio (con la pubblicazione delle cd. linee guida da parte del mimit), detto strumento sarà sfruttato dai contribuenti proprio nei prossimi mesi. L'intensificazione degli accertamenti in questo periodo farebbe venir bene l'obiettivo che il legislatore si era posto con l'introduzione della certificazione, cioè ridurre le situazioni di conflittualità tra l'agenzia e i contribuenti sui presupposti “tecnici” dell'agevolazione (qualificazione delle attività di R&S effettivamente svolte). È più ragionevole, invece, ipotizzare che l'attività dell'Ade non sarà tanto diretta ad eseguire i controlli veri e propri, ma ad avviare attività propedeutica, con l'obiettivo di “spingere” le imprese a valutare concretamente, ed in tempi brevi, l'adesione alla procedura di riversamento ovvero alla richiesta di certificazione/bollino blu. Se l'agenzia riuscisse in questo intento di “convincimento”, si ridurrebbero i contribuenti da controllare, si sanerebbero le situazioni più critiche e quindi più complesse da accertare e, nel caso della certificazione, si limiterebbe l'accertamento ai soli aspetti di carattere fiscale (essendo blindati quelli di natura tecnica).