Stop alle mostruose sanzioni sulle ritenute ai dipendenti
Cancellate le assurde penalità da 10mila a 50mila, applicabili anche per ritardi od omissioni di pochi euro. L’omesso pagamento delle trattenute sarà punito con una multa da una volta e mezza a quattro volte l’importo omesso
L'Intervento legislativo
Il rimedio alle inverosimili sanzioni da 10mila a 50mila euro è previsto dal comma 1 dell’articolo 23 del decreto legge 4 maggio 2023, n. 48, cosiddetto decreto lavoro, che ha apportato una correzione all’articolo 2, comma 1-bis, del decreto legge 12 settembre 1983, n. 463, disponendo la sostituzione delle parole “da euro 10.000 a euro 50.000” con le parole “da una volta e mezza a quattro volte l’importo omesso
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Le sanzioni devono rispettare i principi di proporzionalità espressi sempre più di frequente, in modo univoco e consolidato, anche dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (confronta, tra le altre, la decisione del giorno 8 marzo 2022, C. 205-20 e la decisione del 3 marzo 2020, C. 482-18).
Cassazione, sentenza n. 3080 pubblicata il primo febbraio 2029: “quanto al trattamento sanzionatorio” in materia tributaria, la Corte di giustizia europea, con la sentenza C - 272/13, ha sancito che la sanzione “deve rispettare il principio di “proporzionalità” (punti 34 ss.) affermando altresì che la previsione interna (30% dell’importo dell’imposta… può, almeno in astratto, considerarsi “sproporzionata” e che quindi deve essere il giudice nazionale a determinarla in concreto al fine di renderla “proporzionata”)”
La nuova norma vale anche per il passato - Nel rispetto del principio del “favor rei” “Salvo diversa previsione di legge, nessuno può essere assoggettato a sanzioni per un fatto che, secondo una legge posteriore, non costituisce violazione punibile.
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