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Requisiti e priorità degli investimenti agevolabili |
Il primo ambito riguarda le agevolazioni a favore di progetti di ricerca e sviluppo che, in primo luogo, devono riguardare le cosiddette “tecnologie abilitanti”. Secondo la definizione della Commissione europea si tratta di tecnologie ad alta intensità di conoscenza, associate a un’elevata intensità di Ricerca & Sviluppo, a cicli di innovazione rapidi, a consistenti spese di investimento e a posti di lavoro altamente qualificati. Abbiamo inoltre a che fare con tecnologie di rilevanza sistemica in quanto “abilitano” l’innovazione in tutti i settori. In particolare parliamo di tecnologie dell’informazione e della comunicazione, nanotecnologie, materiali avanzati, biotecnologie, fabbricazioni e trasformazioni avanzate, spazio. I progetti di ricerca e sviluppo, in secondo luogo, devono permettere di raggiungere gli obiettivi individuati dal programma europeo Orizzonte 2020 sotto la voce “sfide per la società” e in particolare devono riguardare: sanità, cambiamenti demografici e benessere della popolazione, sicurezza alimentare, agricoltura sostenibile, ricerca marina e marittima e bioeconomia, energia da fonti sicure, pulita ed efficiente, trasporti intelligenti ecologici e integrati, azioni per il clima. In relazione ai progetti di ricerca e sviluppo i singoli bandi potranno individuare alcune priorità. Potranno essere infatti favoriti i progetti realizzati in forma congiunta con ruolo di capofila svolto da un centro o un organismo di ricerca, quelli che prevedono collaborazioni internazionali, i programmi finalizzati alla realizzazione di nuovi prodotti e servizi in grado di ampliare maggiormente i mercati di riferimento, i progetti diretti a risparmio energetico o allo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili o alla riduzione degli impatti ambientali e, infine, i programmi di sviluppo delle tecnologie della comunicazione e dell’informazione. Il secondo settore di azione individuato dal Fondo per la crescita sostenibile è quello del rafforzamento della struttura economica del Paese. Si tratta in questo caso di incrementare la capacità competitiva di settori e comparti che necessitano di riposizionamento competitivo o riqualificazione produttiva, di potenziare la base produttiva delle aree in ritardo di sviluppo con particolare riferimento al Mezzogiorno, di riqualificare e riconvertire aree che soffrono di crisi industriale. I finanziamenti saranno indirizzati prioritariamente a programmi localizzati nelle regioni convergenza (Calabria, Sicilia, Puglia e Campania), che coinvolgono piccole e medie imprese, che hanno significative ricadute occupazionali e che minimizzano gli impatti ambientali. Il terzo ambito di intervento riguarda iniziative da realizzarsi in collaborazione con l’ICE per l’internazionalizzazione delle imprese e l’attrazione di investimenti esteri. Il Fondo interverrà per favorire l’elaborazione di adeguati modelli distributivi, lo sviluppo di piattaforme di e-commerce e di franchising per Pmi, diffusione e tutela del Made in Italy, partecipazione a fiere e gare internazionali, realizzazione di una strategia di internazionalizzazione. L’ultimo campo definito dal decreto dell’8 marzo ha una caratterizzazione meno puntuale. Si tratta infatti di intervenire a favore di progetti speciali diretti alla riqualificazione competitiva di specifiche aree tecnologico-produttive strategiche per la competitività nazionale. Questi progetti potranno contemplare una pluralità di interventi anche di natura non agevolativa (per esempio di semplificazione normativa) finalizzati alla creazione di nuova occupazione o alla salvaguardia di quella esistente. |