Per le start up, detrazione IRPEF pari al 19% della somma investita
Via libera del Governo alle nuove misure per la crescita, che introducono nel nostro ordinamento definizione e requisiti della nuova impresa innovativa
“Decreto Crescita 2.0”: così il Governo ha battezzato il DL con la seconda tranche di disposizioni a favore dello sviluppo, al quale ha dato il via libera nel corso del Consiglio dei Ministri di ieri, a sottolineare che le misure in esso contenute puntano – come si legge nel comunicato stampa, in modo ambizioso – a fare dell’Italia un luogo nel quale l’innovazione rappresenti un fattore strutturale di crescita sostenibile e di rafforzamento della competitività delle imprese.
Il provvedimento, almeno stando all’ultima bozza circolata, sarebbe composto da 38 articoli, di cui l’ultimo dedicato alle disposizioni finanziarie. Per tutti gli ambiti trattati, la parola chiave è “innovazione”: nei documenti, nella pubblica amministrazione, nelle imprese e nei pagamenti.
Per ciò che concerne le imprese, una parte importante del decreto comprende disposizioni dirette a favorire crescita, sviluppo tecnologico, occupazione – in particolare giovanile – puntando sulle start up innovative, ossia le società di capitali le cui azioni o quote rappresentative del capitale sociale non sono quotate su un mercato regolamentato o su un sistema multilaterale di negoziazione. Tra i requisiti previsti, tale tipo d’impresa non distribuisce o non ha distribuito utili ed è costituita e svolge attività d’impresa da non più di 48 mesi. Inoltre, l’incubatore certificato, che dev’essere in possesso di determinati requisiti, è una società di capitali che offre servizi per sostenere la nascita e lo sviluppo di start up innovative.
Il capitolo start up del decreto prevede risorse immediatamente disponibili pari a 200 milioni di euro (110 milioni a regime, più 50-100 da attingere dal Fondo Italiano d’Investimento della Cassa depositi e prestiti). L’iscrizione al Registro delle imprese sarà semplificata e sarà gratuito l’intervento del Fondo di garanzia.
Ancora, per gli anni 2013, 2014 e 2015, dall’imposta lorda sul reddito delle persone fisiche – poiché, nelle start up, la maggioranza delle quote o azioni rappresentative del capitale sociale devono essere detenute proprio da persone fisiche – si detrae un importo pari al 19% della somma investita dal contribuente direttamente o tramite organismi collettivi di risparmio o altre società che investano prevalentemente in questo tipo di imprese. Comunque, l’investimento massimo detraibile non può eccedere, in ciascun periodo d’imposta, 500.000 euro e deve essere mantenuto per almeno due anni. Negli stessi periodi d’imposta stabiliti per la detrazione IRPEF, non concorre poi alla formazione del reddito dei soggetti passivi IRES, diversi da start up innovative, il 20% della somma investita nel capitale, con 1.800.000 euro quale cifra di investimento massimo deducibile in ogni periodo d’imposta.
Sono infine previste misure che introducono per le start up innovative un regime fiscale e contributivo di favore per i piani d’incentivazione basati sull’assegnazione di strumenti finanziari e altre volte a favorire l’assunzione di lavoratori per il periodo di quattro anni dalla data di costituzione della società.
Il decreto comprende anche una serie di norme relative all’Agenda digitale, “declinata” in diversi ambiti: documenti d’identità e Anagrafe, amministrazione pubblica, istruzione, sanità, moneta elettronica, giustizia, oltre a progetti di ricerca, misure per l’individuazione e il contrasto delle frodi assicurative e a favore della concorrenza e della tutela del consumatore nel mercato assicurativo, disposizioni per incentivare nuove infrastrutture.
Nel dettaglio, si evidenzia la previsione di un obbligo dell’utilizzo degli strumenti elettronici di pagamento nei confronti di P.A. e gestori di servizi pubblici, che dovranno quindi attrezzarsi in tal senso, senza oneri aggiuntivi (ad es. rendendo noti i codici IBAN e i codici identificativi del pagamento). Inoltre, a partire dal 1° gennaio 2014, i soggetti che effettuano l’attività di vendita di prodotti e di prestazioni di servizi, anche professionali, saranno tenuti ad accettare pagamenti effettuati attraverso carte di debito: con uno o più DM, verranno disciplinati gli eventuali importi minimi e i termini di attuazione di tale disposizione.
Sul piano delle nuove infrastrutture d’importo superiore a 500 milioni di euro per le quali non sono previsti contributi pubblici a fondo perduto ed è accertata la non sostenibilità del piano economico-finanziario, invece, per favorire la loro realizzazione mediante l’utilizzo dei contratti di partenariato pubblico-privato, è riconosciuto al soggetto titolare del contratto un credito d’imposta a valere su IRES e IRAP, entro il limite massimo del 50% del costo dell’investimento.
Infine, il DL stabilisce che il contratto di RC auto non potrà essere stipulato per una durata superiore all’anno e non potrà essere tacitamente rinnovato, carta d’identità e tessera sanitaria saranno “unificate” in un unico documento e i cittadini potranno comunicare un indirizzo PEC con cui comunicare con la P.A., arriverà un fascicolo elettronico sia degli studenti universitari, sia dei pazienti, per i quali diventeranno elettroniche anche la cartella clinica, le ricette e le prescrizioni mediche.