24/09/2012 13:02
Ottobre potrebbe essere il mese in cui il Ministero dell'ambiente e la Cassa depositi e prestiti apriranno finalmente il "tesoretto" da 70 milioni di euro per sostenere misure di risparmio energetico e tecnologie «verdi» innovative. Il Fondo, denominato Kyoto, è nato nel 2007, ma è partito solo quest'anno. Il Fondo è di tipo rotativo, praticamente a costo zero (tasso agevolato dello 0,50% da restituire in un arco di tempo dai tre ai sei anni). Della prima tranche di 200 milioni (su un totale di 600 disponibili) destinati a una pluralità di soggetti (imprese, enti di ricerca pubblici e privati, condomini, amministrazioni pubbliche e persino singoli cittadini) ne sono rimasti inutilizzati alla scadenza del termine per la prenotazione, il 14 luglio scorso il 35% , appunto 70 milioni. Insomma un flop. Ma non per tutte le misure. A guardare i dati delle 2.166 domande, disponibili sul portale della Cassa depositi e prestiti, si capisce che, in realtà, ci sono «linee di intervento e misure» (le più semplici e modeste) che hanno fatto registrare il tutto esaurito, con un eccesso di domanda rispetto all'offerta e altre che, al contrario, sono state «snobbate». Prendiamo i cinque milioni offerti a università, enti pubblici e privati per la ricerca sulle tecnologie di nuove fonti di energia a emissioni zero: ebbene ne sono stati prenotati 200mila (erogati ancora zero).
Per i motori elettrici, misura pensata per favorire il ricambio dei motori industriali con quelli ad alta efficienza, stessa musica: disponibili 15 milioni, richiesti 1,2. Peggio per i dieci milioni a disposizione per rimboschire le nostre foreste: nessuna Regione si è fatta avanti. Al contrario, il plafond delle rinnovabili (che comprendeva anche impianti fotovoltaici, eolici e a biomassa di piccola taglia per persone fisiche e condomìni) sono andati «a ruba» con uno squilibrio evidente: in Lombardia, ad esempio, su un milione di budget ne sarebbero serviti 16. A dimostrazione del fatto che il Fondo Kyoto è piaciuto di più ai cittadini: 1.188 domande delle singole persone fisiche contro le 542 provenienti dalle imprese e le 234 da soggetti pubblici. «Effettivamente ci siamo resi conto che la procedura per le imprese era troppo dispersiva e complessa» ammette il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini. Per questo il Fondo Kyoto è stato già rimodulato con il Dl crescita (Dl 83/2012). Tutte le risorse rimaste (470 milioni) sono state concentrate in un'unica tranche. E soprattutto sono stati rivisti i criteri, di fatto riservando l'intero plafond alle imprese. «Saranno premiati i progetti delle aziende che garantiranno un incremento di occupazione per i giovani sotto i 35 anni» spiega Clini. Che promette: «Già a fine ottobre si riapriranno i termini per le nuove domande».
Fonte IlSole24ore.com