DURC e crediti PA in compensazione: pro e contro
Con la Spending Review le imprese potranno ottenere il DURC compensando i debiti contributivi con i crediti vantati verso la PA, ne basterà la certificazione: pro e contro, in attesa dei decreti attuativi.
Le imprese potranno ottenere il DURC presentando la certificazione dei crediti con la PA. In pratica, con un meccanismo di compensazione integrale di eventuali debiti contributivi (INPS, INAIL) che impedivano un rilascio DURC regolare.
La misura – contenuta nel primo decreto sulla Speding Review (quello di maggio 2012 convertito in legge a inizio luglio), non manca di suscitare polemiche: l’Italia dei Valori definisce la norma «un’aberrazione», perché «per come è stata scritta la norma accadrà che il datore di lavoro potrà utilizzare anche la quota dei contributi a carico dei lavoratori, già trattenuti in busta paga, per compensarli con i crediti verso la PA», come spiegato da Patrizia Bugnano, capogruppo Italia dei Valori in commissione Industria al Senato.
Oltretutto, così «il DURC viene a perdere di significato» (ovvero il contrasto al lavoro sommerso).
In realtà, sembra difficile capire, per il momento, in che modo questa disposizione verrà attuata, perché bisogna aspettare un apposito decreto ministeriale, che arriverà entro 60 giorni (quindi entro inizio settembre).
Rilascio DURC per compensazione tra crediti e debiti
L’emendamento alla norma – decreto legge 7 maggio 2012, n. 52 convertito con la legge 6 luglio 2012, n. 94 – è stato inserita nel corso del dibattito parlamentare della legge di conversione, ed è contenuta nell’articolo 13 bis, comma 5.
Prevede che il DURC possa essere rilasciato in presenza di una certificazione che «attesti la sussistenza e l’importo di crediti certi, liquidi ed esigibili vantati nei confronti delle pubbliche amministrazioni di importo almeno pari agli oneri contributivi accertati e non ancora versati da parte di un medesimo soggetto».
Questo significa che eventuali oneri contributivi accertati e non versati dall’azienda possono essere compensati da certificazione di un credito nei confronti della PA.In questo modo le aziende che non ce la fanno ad andare avanti, bloccate in un circolo vizioso di mancati pagamenti che impedisce loro di partecipare a nuovi bandi e appalti, avranno una chance in più di uscire dall’impasse.
Al momento, le uniche certezze riguardano il fatto che la certificazione va ottenuta ai sensi dell’articolo 9, comma 3-bis, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2. E il credito nei confronti della PA deve estinguere completamente i debito contributivo (la cifra quindi non può essere più bassa).
Certificazioni e compensazioni
Come noto, sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale atri decreti: sulla certificazione dei crediti nei confronti della PA (statale e locale) e sulla compensazione. Si tratta di misure da inserire nel pacchetto che il Governo sta attuando per risolvere il problema del ritardo dei pagamenti della PA, tema sul quale è stato recentemente previsto anche un altro provvedimento che consente di trasformare i crediti di almeno mille euro in Titoli di Stato (con proroga del termine per le domande al 27 luglio).
Il provvedimento sulla compensazione prevede che si possano “compensare” solo debiti iscritti a ruolo entro il 30 aprile 2012.
Ma attenzione: in realtà qui non si parla specificamente del DURC. Anzi, fin d’ora si può identificare una differenza: il Decreto Compensazioni già in Gazzetta prevede che si possano utilizzare i crediti per pagare una serie di debiti (precisamente elencati) parzialmente o integralmente. Visto il modo in cui è stata invece formulata invece la norma specifica sulla compensazione ai fini DURC, si può ipotizzare che questa possibilità sarà esclusa.
Ricordiamo che per le imprese che intendono avvalersi della certificazione dei crediti PA possono fare riferimento all’apposito servizio di help desk del Ministero.