Riforma Regolamento Ue sui fondi europei: la posizione delle Regioni
(regioni.it) La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, presieduta dal Vicepresidente Michele Iorio, nella riunione del 22 maggio, ha approvato una “posizione sul progetto di relazione sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante disposizioni comuni su una serie di fondi europei, dal Fondo sociale europeo al fondo diocoesione, dal fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale al fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca.
Il documento è stato inviato al Governo e ai Parlamentari europei delle competenti Commissioni. Il testo integrale è stato pubblicato nella sezione “conferenze” del sito www.regioni.it ed il link è:
http://www.regioni.it/download.php?id=254442&field=allegato&module=news
Si riporta di seguito il testo senza gli allegati.
POSIZIONE DELLA CONFERENZA DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME SUL PROGETTO DI RELAZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO SULLA PROPOSTA DI REGOLAMENTO DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO RECANTE DISPOSIZIONI COMUNI SUL FONDO EUROPEO DI SVILUPPO REGIONALE, SUL FONDO SOCIALE EUROPEO, SUL FONDO DI COESIONE, SUL FONDO EUROPEO AGRICOLO PER LO SVILUPPO RURALE E SUL FONDO EUROPEO PER GLI AFFARI MARITTIMI E LA PESCA COMPRESI NEL QUADRO STRATEGICO COMUNE E DISPOSIZIONI GENERALI SUL FONDO EUROPEO DI SVILUPPO REGIONALE, SUL FONDO SOCIALE EUROPEO E SUL FONDO DI COESIONE, E CHE ABROGA IL REGOLAMENTO (CE) N. 1083/2006 DEL CONSIGLIO (COM(2011)0615 – C7-0335/2011 – 2011/0276(COD))
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ritiene di fondamentale importanza partecipare alla fase di formazione della cornice normativa della nuova politica di coesione, in ragione del ruolo delle Regioni di titolari dei Programmi operativi, nel rispetto del principio di sussidiarietà e con l’obiettivo di dotarsi di strumenti adeguati a rispondere in modo efficace alle sfide che i territori dovranno affrontare nei prossimi anni. In quest’ottica, la cooperazione con il Parlamento europeo, che segue quella con il Comitato delle Regioni, risponde alla necessità di rendere massimo l’apporto in questa fase di discussione e proposta e costituisce un’importante opportunità per consolidare la posizione italiana e concorrere sinergicamente al miglioramento dei testi legislativi.
Le Regioni e le Province autonome esprimono apprezzamento per il lavoro del Parlamento europeo. La significativa attività emendativa svolta sinora dalla Commissione per lo Sviluppo regionale è in larghissima parte condivisa dalle Regioni italiane. I principi che ispirano le ulteriori proposte emendative delle Regioni sono i medesimi che hanno guidato l’azione parlamentare: la sussidiarietà, la proporzionalità, l’orientamento ai risultati, la flessibilità, la semplificazione gestionale e amministrativa (allegato 1 al presente documento).
La Conferenza è convinta che anche attraverso un budget adeguato per la politica di coesione sarà possibile superare la fase di crisi che l’Europa sta attraversando e sottolinea che l’individuazione di tale dotazione deve essere basata sulle situazioni reali degli Stati membri e delle Regioni. In questo senso, auspica che percentuali e soglie di tipo finanziario abbiano carattere indicativo e non vincolante. Il riparto delle risorse fra i Fondi deve avvenire in base alle esigenze locali e alle valutazioni delle autorità competenti, così come la scelta delle priorità di investimento deve essere effettuata in modo coerente all’obiettivo di ridurre significativamente i divari di opportunità fra i cittadini.
Le Regioni considerano essenziale il proprio ruolo nel negoziato e nella programmazione, in particolare, nell’elaborazione dei documenti strategici, quali l’Accordo di partenariato, funzionale ad una politica efficacemente articolata sui territori. Inoltre, condividendo con il Parlamento l’approccio orientato ai risultati, che la Commissione europea propone, le Regioni considerano imprescindibile il loro apporto alla definizione degli obiettivi e dei risultati ed evidenziano come incentivi e sanzioni debbano sempre essere proporzionati ed efficaci.
Le Regioni auspicano, inoltre, che siano tenute debitamente in conto le esigenze di flessibilità, che ispirano larga parte degli emendamenti aggiuntivi proposti, in modo da consentire di sviluppare strategie e intraprendere azioni effettivamente rispondenti alle vocazioni territoriali. In questo senso pur condividendo il principio della concentrazione tematica, coerentemente con quanto evidenziato nei regolamenti specifici, richiamano la necessità di una maggiore possibilità di scelta che vada oltre soglie vincolanti e predeterminate.
Le Regioni ritengono cruciale il tema della semplificazione della gestione degli interventi cofinanziati dai Fondi strutturali e ravvisano nel ruolo che i Regolamenti attribuiscono alla Commissione europea nell’ambito della produzione di atti delegati ed esecutivi dopo l’adozione dei Programmi, il rischio che le Amministrazioni si trovino ad operare in un quadro giuridico incerto e in continua evoluzione, con il possibile pregiudizio dell’efficienza degli interventi.
E’ altresì necessario garantire continuità tra i periodi di programmazione nelle modalità di gestione, introducendo quindi modifiche esclusivamente funzionali al miglioramento della programmazione e indirizzate alla riduzione degli oneri amministrativi a carico dei beneficiari e delle Amministrazioni responsabili dell’attuazione dei programmi.
La Conferenza esprime preoccupazione circa la possibilità che la previsione di condizionalità ex ante generali possa pregiudicare la preparazione e l’attuazione dei Programmi e dei progetti a livello Regionale. In questo senso, nel ribadire che le condizionalità ex ante dovrebbero essere limitate alle aree direttamente collegate all’attuazione della politica di coesione, ha condiviso delle proposte di revisione dell’allegato IV del Regolamento generale sia con riferimento alla formulazione delle condizionalità sia con riferimento ai criteri di adempimento delle stesse (allegato 2 al presente documento).
La Conferenza auspica infine che queste forme di collaborazione con i parlamentari europei possano essere approfondite e strutturate nell’interesse delle istituzioni coinvolte e del Paese.
Roma, 22 maggio 2012
( red / 25.05.12 )