Fondi e-commerce, Aicel scrive a Passera: «Sblocchi le risorse ferme dal 2008»
Desenzano, 15 maggio 2012 - Il governo sblocchi le risorse per l’e-commerce ferme dal 2008. È questo l’appello lanciato da Aicel, Associazione Italiana Commercio Elettronico, relativo alle risorse messe a disposizione per il settore ad oggi ancora bloccate, e rivolto in particolare al ministro per lo Sviluppo economico Corrado Passera, a cui Aicel indirizza una lettera aperta.
«L’e-commerce ha bisogno ora di fatti concreti da parte del governo, non di numeri, che già ci sono per capire l’importanza di questo comparto per l’economia nazionale e per lo sviluppo delle piccole e medie imprese – afferma Andrea Spedale, presidente di Aicel -. Nel 2011 il settore ha registrato una crescita del 21% rispetto all’anno precedente, superando la soglia degli 8 miliardi di euro».
Il IV bando e-commerce, istituito nel 2006 in base alla legge 388/2000, coinvolge circa 5000 aziende che operano del settore e le agevolazioni sotto forma di credito d’imposta messe a bando ammontano a oltre 92 milioni di euro, contro gli oltre 143 milioni di contributi richiesti e dichiarati ammissibili alla chiusura del bando.
«Numeri importanti, che parlano da soli per comprendere la portata di un bando bloccato senza alcun motivo dal 2008 – continua Spedale –. Stiamo parlando di migliaia di imprenditori che hanno investito e continuano a investire milioni di euro nel commercio elettronico come volano per le loro attività imprenditoriali. Di fronte alla vivacità di questo settore, stupisce l’immobilità dei governi che da quattro anni non sbloccano le agevolazioni vitali per la sopravvivenza e lo sviluppo dell’e-commerce in Italia».
Aicel nel 2011 ha presentato due istanze di accesso agli atti per avere informazioni sullo stato del procedimento. «Ma anche nell’ultima risposta, datata 15 settembre 2011, da parte del Gestore Unicredit Mediocredito Centrale spa, non vi è alcuna giustificazione in merito sul ritardo dell’erogazione dei finanziamenti – conclude Spedale -. Abbiamo quindi deciso di procedere con una formale diffida e messa in mora nei confronti delle amministrazioni coinvolte e ora ci rivolgiamo direttamente al ministro Passera, affinché intervenga per sbloccare una situazione che ha superato ogni limite di ragionevolezza».