IL SOLE 24 ORE – 6 ottobre 2025
Su ricerca e sviluppo c’è incertezza normativa: sanzioni non dovute. Corte di giustizia tributaria della Campania
di Marco Nessi e Roberto Torelli
Sintesi
La Corte di giustizia tributaria della Campania (sentenza 3 aprile 2025 n. 3279/20/2025) ha stabilito che l’Agenzia delle Entrate non può applicare sanzioni quando un’impresa utilizza un credito d’imposta per ricerca e sviluppo in un contesto di obiettiva incertezza normativa sulla qualificazione delle attività agevolabili.
Il caso riguardava una società che aveva compensato un credito R&S relativo al 2017 per attività di formazione e analisi del benessere organizzativo del personale. L’amministrazione aveva considerato queste attività ordinarie e non innovative, qualificando il credito come inesistente e imponendo sanzioni.
I giudici hanno confermato la legittimità del recupero del credito, ma hanno escluso la possibilità di applicare sanzioni:
- secondo l’art. 5 del D.Lgs. 472/97, la sanzione richiede dolo o colpa;
- la giurisprudenza della Cassazione (sent. 5105/2017) riconosce l’errore scusabile in caso di norme tecniche poco chiare;
- la società aveva prodotto una relazione tecnica universitaria, a dimostrazione della buona fede.
La sentenza evidenzia come la distinzione tra attività agevolabili e non agevolabili in R&S sia spesso incerta, soprattutto per progetti di progettazione, formazione avanzata o pianificazione, e invita a un approccio fiscale più collaborativo e proporzionato.
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