Il Ministero dell’Economia, rispondendo a un’interrogazione parlamentare, ha indicato che l’unico strumento in grado di evitare accertamenti tecnici dell’Agenzia delle Entrate sul credito d’imposta per ricerca e sviluppo è la certificazione preventiva rilasciata da soggetti qualificati (prevista dal DL 73/2022).
Il MEF ha ricordato che:
- le definizioni di attività agevolabili seguono la Comunicazione UE 2014/C 198/01 e i criteri OCSE del Manuale di Frascati, già richiamati dall’Agenzia e dal MIMIT, sebbene su questo punto esista giurisprudenza favorevole alle imprese per il credito ante 2020;
- sul fronte sanzioni, i crediti inesistenti (privi di presupposti o frutto di frode) comportano sanzione del 70% aumentabile, mentre i crediti non spettanti (mancano elementi tecnici non normativi) hanno sanzione del 25%, in linea con l’Atto di indirizzo del 1° luglio 2025;
- non sono previste nuove definizioni agevolate: le imprese hanno già avuto la possibilità di regolarizzare con il riversamento spontaneo (DL 146/2021), scaduto il 3 giugno 2025.
In sintesi, il Governo non annuncia interventi legislativi immediati, ma ribadisce l’importanza della certificazione per mettere al riparo le aziende da futuri contenziosi e accertamenti tecnici.
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