La bozza del decreto aiuti approvata il 16.9.2022 prevede la proroga al 31.10.2022, bisogna comunque attendere il testo definitivo.
News 4514
Il nocciolo della questione riguarda l'applicazione del Manuale di Frascati citato per la prima volta nel 2018 in una circolare che comunque non è una fonte del diritto. Il Mise e l'Agenzia delle Entrate non hanno dubbi e vanno diretti nella loro strada, quello che sicuramente stupisce sono le lettere che sono arrivate senza nessun riferimento normativo, come mai !!!!!!!! " Dai controlli ......., in base ai requisiti richiesti dal cd. "Manuale di Frascati" dell'Ocse (novità,,,,".
Le sentenze delle Commissioni tributarie di primo grado stanno quasi sempre dando ragione alle imprese (ad eccezione di Ancona) in merito alla non applicabilità in quanto non è citato dalla legge. Il Sole 24 Ore del 27.6.2022 ha fatto una statistica: su tredici sentenze emesse a livello nazionale nove sono a favore delle aziende e quattro contrarie (tutte di Ancona !!!!!).
Da tempo il Prof. Enrico De Mita scrive sul Sole 24 ore che a norma dell'art.23 della costituzione il Manuale di Frascati ed il Manuale di Oslo non esistono in quanto non esiste una traduzione ufficiale di Italiano. Anche su questo punto si è pronunciata finalmente la Commissione Tributari di Bologna che ha stabilito che questo documento può essere preso in considerazione solo dopo il 7.12.2021, data in cui è stato tradotto ufficialmente in italiano. "La legge non ammette ingnoranza", che sia scritta in italiano è il minino che un cittadino he il diritto di pretendere.
In un paese serio, invece di aspettare anni, verrebbe immediatamente chiamata in causa la Cassazione. Se è corretto il riferimento a questo documento è una battaglia persa per quasi tutte le imprese (devono dimostrare che è una innovazione a livello mondiale nel proprio settore di riferimento) che dovrebbero immediatamente aderire al condono: è inutile scrivere decine o centinaia di pagine di relazioni tecniche quando poi il Mise fa il copia ed incolla di 10 righe che concludono quasi sempre in questa maniera: "... l'applicazione di competenze e tecnologie già disponibili all'interno dell'impresa ... non si evidenzia quindi una attività volta ad superamento di documentati ostacoli di carattere scientifico e/o tecnologico non superabili sulla base delle competenze e tecnologie già disponibili nel settore". Troppo facile vincere in questa maniera !!!!!!!!!!!!!!.
Se ora è possibile presentarsi di fronte all'agenzia delle entrate con quasi l'80% delle sentenze è grazie al coraggio delle imprese che hanno deciso di affrontare questo percorso che a livello giuridico è una battaglia di David contro Golia:
1) Il Credito può essere non dovuto (sanzione del 30% e controllo entro il 5 anni) o inesistente (sanzione del 100% e controllo entro 8 anni). E' ovvio che viene utilizzato il bastone che fà più male, tutti crediti inesistenti ovvero tutte le imprese vengono trattare come chi ha fatto un vera frode allo stato. Per fortuna che anche su questo stanno vincendo le aziende, quattro sentenze su quatto a favore.
2) L'Agenzia delle Entrate emette l'Atto di Recupero e questo è fortemente penalizzante in quanto per avviare il contenzioso è necessario versare il credito d'imposta e tutta la sanzione, in sintesi c'è una assurda presunzione di colpevolazza; a questo punto la ditta può solo sperare che il giudice accolga la richiesta di sospensione del versamento per difficoltà economico-finanziare.
3) Per le aziende che hanno compensato più di € 50.000,00 in un anno c'è la segnalazione alla procura per il penale; anche in questo caso quasi sempre c'è l'archiviazione ma comunque resta la preoccupazione e la spesa per difendersi.
Forse l'unico giusto stimolo ad affrontare il contenzioso è rappresentato dal fatto che in primo grado le sanzioni vengono tolte sulla base dello statuto del contribuente in quanto la normativa è incerta (è lo stesso provvedimento della sanatoria che è stato motivato con la confusione normativa).
