15 giugno 2011
Reti d'impresa con bonus al 75%
di Amedeo Sacrestano
Sarà di oltre il 75 per cento (per l'esattezza, il 75,3733%) la percentuale di utile accantonato dai soggetti
appartenenti alle reti d'impresa che potrà beneficiare, per l'anno 2010, dell'esenzione dalla tassazione. A stabilirlo è
il provvedimento emanato ieri dal Direttore dell'agenzia delle Entrate (Protocollo n. 2011/81521).
In altri termini, le imprese appartenenti a una 'rete riconosciuta' - quelle che hanno fatto domanda per ottenere il
beneficio mediante l'invio telematico del modello «RETI» entro lo scorso 23 maggio - potranno accantonare in un
'fondo consortile non tassato' la quota di utile 2010 indicata al momento della domanda nella percentuale del
75,3733 per cento. La quota restante di utile - invece e pur essendo destinata alle finalità del fondo patrimoniale
comune o del patrimonio destinato all'affare - non usufruirà della sospensione d'imposta.
L'importo del risparmio complessivamente richiesto è stato di 26.534.578 euro che - rapportato ai 20 milioni di euro
stanziati dal comma 2-quinquies dell'articolo 42 del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78 - dà esattamente la
percentuale evidenziata del 75,3733 per cento.
Ciò significa che le risorse pubbliche stanziate dal legislatore si sono dimostrate in grado di accontentare quasi per
intero gli aspiranti beneficiari, ma chiarisce anche che bisognerà ancora impegnarsi molto affinché le aggregazioni
tra soggetti economici divengano fenomeno 'economicamente rilevante' nel nostro Paese.
I 20 milioni di euro cui rinuncerà il bilancio dello Stato - sotto forma di minori imposte dirette a saldo per il periodo
2010 - si traducono in un beneficio fiscale netto pari al 75,3733% dell'aliquota d'imposizione diretta applicabile a un
soggetto applicato, a sua volta, all'utile d'esercizio che si è dichiarato di voler accantonare per le finalità 'comuni'.
Il comma 2-quater del citato articolo 42 stabilisce però la sola 'sospensione d'imposta' della quota degli utili
dell'esercizio destinata (dalle imprese che aderiscono o sottoscrivono un contratto di rete) al fondo patrimoniale
comune (o al patrimonio destinato all'affare).
Un'opzione, questa, che sarà esercitabile fino al periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2012. L'utile accantonato
(e non tassato) in tal modo, concorre a formare il reddito se utilizzato per scopi diversi dalla copertura delle perdite
d'esercizio ovvero viene meno l'adesione al contratto di rete.
Con esso, lo si rammenta, i soggetti economici perseguono lo scopo di accrescere, individualmente e
collettivamente, la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato. Per questo, si obbligano, sulla
base di un programma comune di rete, a collaborare in forme e in ambiti predeterminati attinenti all'esercizio delle
proprie imprese. La possibilità di poter creare o aderire a un contratto di rete è concessa a tutti i soggetti che
svolgono un'attività commerciale.
15 giugno 2011