N. 32
D.
Quali sono i collegamenti tra Raccomandazione
2003/361/CE e Decreto D. M. del Ministero
delle Attività Produttive del 18 aprile 2005, e più in
particolare è corretto
ritenere che il Decreto
interpreta in modo restrittivo la normativa co
munitaria (cioè che es
clude i due anni di
transizione ammessi invece dalla Raccomand
azione), oppure Decreto
e Raccomandazione sono
coerenti sia sui parametri di riferimento dei calco
li dimensionali che sui due anni di transizione?
Nel caso in cui ci fossero dei punti di diverg
enza sulla questione specifica, prevarrebbe la
normativa nazionale o que
lla comunitaria? Infine, quando si
parla di chiusura dei conti è
corretto ritenere che i dati di riferimento si
ano sempre quelli relativi
all’ultimo bilancio
approvato?
(
ASSOCIAZIONE INDUSTRIALI DI NOVARA
– 5^ RIUNIONE - 19/07/2010)
(PERIODO DI RIFERIMENTO PER IL CALCOLO DEI PARAMETRI)
R.
Premesso che la Raccomandazione, nella tipologia
degli atti previsti dai Trattati istitutivi
dell’Unione europea, non ha alcun valore cogente
intrinseco, laddove altro atto legislativo
giuridicamente vincolante vi faccia riferiment
o (poco importa se a livello europeo, nazionale o
regionale), prevedendo trattament
i diversificati in f
unzione della dimensione aziendale, la
definizione di micro, piccola e media impres
a data dalla Raccomandazione 2003/361/CE (nel
seguito “la Raccomandazione”) acqui
sisce, indirettamente, a sua vo
lta valore cogente. Questo
vale, in particolare, nella materia
degli aiuti di Stato (ma non solo
), dove da ultimo il Regolamento
(EC) 800/2008 del 6 agosto 2008 (cd GBER – GU
CE L 379 del 28.12.2006) l’ha recepita nella sua
interezza.
Anche se il quesito non lo
specifica, è verosimile ch
e esso si riferisca precisamente ad un caso di
applicazione di un regime agevolati
vo, in quanto tale tenuto al risp
etto della normativa europea in
materia di aiuti di Stato. A
questo riguardo, dubitare che il D.M.
18 aprile 2005 (nel seguito “il
Decreto”) possa interpretare “in modo restrittiv
o” la normativa comunita
ria equivale a dubitare
della sua legittimità, non potendo,
nella gerarchia delle fonti, un
Decreto derogare ad una fonte
primaria ove ciò non sia espressamente previsto.
La soluzione di questo apparente paradosso sta nell’i
nterpretazione di entram
bi gli atti alla luce
dei normali principi di equità e proporzionalit
à, che devono guidare l’a
ttività legislativa.
L'articolo 4, comma 2 dell'allegato alla Raccom
andazione (“Se un'impresa,
alla data di chiusura
dei conti, constata di aver s
uperato, nell'uno o nell'altro sens
o e su base annua, le soglie degli
effettivi o le soglie finanziarie di
cui all'articolo 2 essa perde o
acquisisce la qualifica di media,
piccola o microimpresa solo se questo superamento
avviene per due esercizi consecutivi.” - ripreso
in forma semplificata all'articolo 2, comma 6 del d
ecreto) nasce come norma di tutela nei confronti
di PMI che, in ragione di eventi eccezionali,
abbiano visto occasionalmente crescere i propri
parametri fondamentali al punto
di superare le soglie st
abilite dalla Raccomandazione.